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Il nuovo Codice della Strada e la TOLLERANZA ZERO

Il nuovo Codice della Strada e la TOLLERANZA ZERO

La maledetta frequenza di incidenti stradali mortali è uno dei problemi che maggiormente affliggono la nostra società. Basta seguire un semplice telegiornale per accorgersi dell’elevato numero di vittime giornaliere; per non parlare dei fine settimana, durante i quali questo numero subisce un ulteriore incremento. Molteplici le cause di queste sciagure: l’alta velocità, la distrazione, alcuni eventuali guasti alle vetture, lo stato di salute dei guidatori. Proprio su quest’ultimo aspetto il governo italiano ha recentemente puntato il dito, redigendo un nuovo codice stradale decisamente più severo dei precedenti.

Presentato dalla Commissione Trasporti alla Camera, il testo, ottenuto il benestare da Montecitorio, è entrato in vigore a partire da venerdì 30 Luglio 2010. I controlli a campione verteranno sull’utilizzo di test di rilevamento del tasso alcolemico e narcotico del guidatore, indicando dunque il livello della sobrietà come principale metro di giudizio nell’applicazione delle recenti norme. Di nuovo dunque si getta la spugna davanti la possibilità di educazione degli “autisti”, scegliendo la repressione come unica chance non certo per la scomparsa, ma almeno per la diminuzione degli incidenti stradali. La via è quella già segnata dalla patente a punti, che prevedeva un decremento del punteggio personale ogni qualvolta si aveva colpevolmente a che fare con infrazioni o sinistri. Le nuove pene previste però sono decisamente più aspre e repressive. Eppure la storia ci insegna che la repressione non ha mai agito da deterrente nella scelta di commettere qualsiasi reato (le carceri sarebbero altrimenti vuote, no?).

 

 

Ricordate Al Capone e la dura lotta delle leggi antiproibizioniste statunitensi? Andò a finire che Capone venne arrestato e incastrato attraverso un’analisi fiscale delle sue entrate, pagando con il carcere l’essere stato un evasore più che un feroce assassino. E’ il caso di ammettere che il fine giustifica i mezzi, ma d’altra parte, come si può ignorare l’inefficacia delle leggi antiproibizioniste in quel frangente? Rendere davvero un tabù culturale fenomeni quali l’assassinio o il furto (proprio come lo è incomprensibilmente ancora il sesso) sarebbe una strada lunga da percorrere, ma porterebbe di certo all’avvento di cittadini più responsabili e preparati, in grado di creare una società migliore, nella quale venga ridotta l’eventualità di perdere la vita semplicemente attraversando la strada.

Il fenomeno tutto moderno dei “pirati della strada”, non è legato strettamente all’educazione ed alle norme di comportamento dell’individuo? “Tolleranza zero” è il chiarissimo slogan che accompagna l’entrata in vigore delle nuove norme. Un semplice bicchiere di vino o un’unica tirata di spinello porterebbero guai seri ai guidatori rei, soprattutto per quelli che hanno preso la patente da meno di tre anni. Il livello dell’ebbrezza, calcolato tra lo 0.5 e lo 0.8 di tasso alcolico nel sangue, se verificato, causerà il ritiro della patente e il rischio di due anni di pena detentiva, un anno in più rispetto le precedenti norme.

Se il guidatore risulta completamente ubriaco, con un tasso alcolico che supera il livello 1.5, allora si vedrà ritirare la patente per cinque anni, sarà costretto a pagare una multa fino a 12mila € e rischierà due anni di galera. A neopatentati e professionisti (autisti, tassisti ecc…) il colpo maggiore: i rilevamenti sul loro tasso alcolico dovranno risultare ad un livello mai superiore allo zero, pena il pagamento di una multa che va da un minimo di 200,00 ad un massimo di 1.600,00 €.

 

 

Dunque addio alle cene fuori con gli amici, i parenti o la fidanzata, a meno che non siate del tutto astemi o che accettiate di bere acqua durante le vostre piccole celebrazioni. Splendide portate di carne e pesce, indegnamente accompagnate da tristi bicchieri di acque oligo minerali, questo è lo scenario che ci aspetta. Inasprite naturalmente anche le sanzioni legate all’uso di stupefacenti. La spinta viene dall’utilizzo di un narco-test di facile applicazione, che prevede rilevamenti attraverso l’esame della saliva e del sudore. Ricordate? E’lo stesso test che alcuni giornalisti avevano utilizzato tempo fa su ignari parlamentari, e che aveva svelato la pratica dell’uso di sostanze tossiche in un buon 80% dei nostri deputati.

Niente “tolleranza zero” però in quel frangente, se non per i poveri giornalisti in questione. Con le nuove norme vigenti si rischia, se trovati in chiaro stato di alterazione da droghe, una multa fino a 12mila €, la sospensione della patente da uno a due anni e l’arresto, sempre da uno a due anni. Per neopatentati o professionisti (i più fortunati non c’è che dire) la sospensione viene mutata in una vera e propria revoca, mentre la sanzione amministrativa può salire fino alla somma di 18mila €.

La pena massima è di 15 anni di detenzione, e sarà applicata nei casi di responsabilità in incidenti mortali. Altra novità del nuovo codice è l’utilizzo di personale medico al fine di individuare quei pazienti che, a causa di particolari patologie, risultano non più esattamente idonei alla guida. I medici in questione potranno informare direttamente il Ministero dei Trasporti, segnalando tutti quei casi ritenuti a rischio. Alla faccia del segreto professionale!
 


C’è inoltre un punto abbastanza controverso nel nuovo codice stradale, la possibilità cioè di aumentare il livello di velocità massima consentita sulle autostrade, portandolo a 150 Km/h. Le critiche in questo senso sono state però contrastate con alcune precisazioni: il tetto massimo di 150 km/h infatti potrà essere raggiunto solo in quei tratti autostradali forniti di “tutor”, sorta di rilevatore elettronico capace di calcolare la velocità media di una vettura su un prestabilito tratto stradale.

Per il resto le sanzioni aumenteranno in tutti quei casi di velocità troppo elevate: sono previste multe dai 500,00 ai 2.000,00 € per chi supera di oltre 40km/h i limiti stabiliti, e da 800.00 a 3.000,00 per chi li supera di 60 km/h. Occhio al contachilometri allora!

In conclusione possiamo certo asserire che l’argomento della sicurezza stradale sia di difficile gestione, anche se puntare il tutto per tutto sull’educazione seria e ragionata dei guidatori eliminerebbe la necessità di creare sistemi di controllo così severi come gli attuali. Castigare non è insegnare, e solitamente porta ad un generale malessere nei confronti dello Stato che pensa di fare la voce grossa sui propri cittadini. I cittadini infatti non sono dei sudditi. Eliminare forzatamente piccoli piaceri come quello di un bicchiere di vino (perché di un solo bicchiere si parla, non di altro), non può essere la ragionata soluzione del problema. Oltretutto si potrebbe accettare di bere solo acqua quando anche le nostre vetture “berranno” acqua, sollecitando così i governi a spendere per una ricerca meccanica che ci porti un giorno ad affrancarci dai carburanti tossici odierni, che spesso complicano situazioni di sinistri stradali a causa della loro alta infiammabilità. Magari, prima di colpire la cittadinanza, si potrebbe provare a scendere a patti con le casa costruttrici di automobili, obbligandoli a non creare vetture così potenti e veloci, spesso di difficile guida e controllo. Forse però dialogare con le varie Mercedes, Renault, Chrysler al fine di creare vetture meno inquinanti e più sicure, è molto difficile che creare nuovi e sempre più restrittivi codici stradali. Sarà l’ostacolo della lingua il problema?

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